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I mutui a tasso variabile

Qual è la situazione dei mutui in Italia? Una domanda molto importante per cercare di capire il momento del mercato creditizio, cui però non è semplicissimo rispondere. Se infatti l’Associazione Bancaria Italiana parla di crescita impetuosa della erogazioni, le associazioni che difendono gli interessi dei consumatori non sono d’accordo e, anzi, non esitano ad affermare che la crescita del mercato sia trainata se non addirittura drogata dal fenomeno delle surroghe. Sono infatti moltissimi gli italiani che approfittano del momento favorevole dei tassi di interesse, scesi in maniera vertiginosa negli ultimi anni, per chiedere alle banche di ridiscutere le condizioni contrattuali del vecchio mutuo e, in caso di risposta negativa, propensi a cercare altri istituti pronti ad aderire alla stipula di un nuovo contratto, previa rottamazione del vecchio finanziamento.

In questo quadro, che secondo il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, potrebbe rimanere inalterato o quasi nell’arco dei prossimi tre o quattro anni, sono sempre di più i consumatori che si guardano intorno cercando di capire se sia arrivato il momento di stipulare un mutuo per l’acquisto di una casa e, in caso affermativo se convenga propendere per il tasso fisso o quello variabile.

Proprio il tasso variabile, nel quadro che si sta delineando, sembra destinato a diventare sempre più appetibile, in quanto contrattato oggi a tassi così bassi può consentire di approfittare di una situazione estremamente favorevole. L’altro vantaggio è quello derivante dal minor costo rispetto al tasso fisso, un aspetto da non sottovalutare assolutamente in sede di valutazione. Naturalmente quanto detto sinora andrebbe anche rapportato alla particolare situazione del mutuatario, in particolare al tipo di reddito percepito. Nel caso di un impiego a tempo indeterminato, soprattutto nel settore pubblico, non toccato dal Jobs Act, gli addetti ai lavori non esitano a consigliare il tasso fisso, soprattutto nel caso si riesca a spuntare un interesse intorno al 5%.

Peraltro va sottolineato che questa soglia viene abbattuta con grande facilità, con tassi prossimi al 4%, in quanto le banche hanno tutto l’interesse a promuovere il fisso. Il perché di tutto ciò si spiega con il fatto che con il progredire del tempo, la capacità reddituale del cliente si alza, rendendo sempre più improbabile che possa subentrare una difficoltà o addirittura una crisi nel rimborsare le rate. In tal modo, diminuisce anche il rischio che il mutuatario, spinto dalla voglia di approfittare delle convenienti opportunità prospettate dal mercato opti per una surroga. Infine andrebbe ricordata una cosa estremamente importante: è assolutamente sconsigliabile ricorrere ai cosiddetti mutui Matusalemme, ovvero quelli dai 30 anni in su, in quanto nel caso del fisso possono addirittura portare al pagare quasi il triplo del valore della casa, se si considerano anche gli interessi. Una operazione assolutamente antieconomica, che andrebbe attentamente evitata.

Per chi comunque vuole avere informazioni più esaustive sui mutui a tasso variabile e su tutto quello che si muove nel mondo del credito italiano, si consiglia di visitare il sito guida-mutui.it, ove è possibile avere notizie dettagliate e in grado di aiutare a districarsi al meglio in una materia spesso ostica.