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Dalle mappe catastali sparisce l'indicazione di un monumento storico
Per smantellare i rifiuti pericolosi, fu incaricata una ditta partecipata dal Ministero dell'Economia, che inviò per risolvere la questione un proprio commissario straordinario. Questi, scelse come deposito Borgo Sabotino nel comune di Latina: su questo terreno si sarebbe dovuto edificare un impianto di stoccaggio e di smantellamento. L'appalto viene affidato a un consorzio di piccole e medie attività, che presentano le visure camerali in gara di appalto.
Il consorzio agisce in nome e per conto di quasi cinquanta aziende. Consultate le visure camerali online, si procede quindi alla realizzazione dei lavori. Il consorzio decide di appaltare nuovamente i lavori ad altre due società, dalle visure camerali "sospette".
Dalle visure camerali, infatti, emergerebbe che i proprietari delle due aziende in subappalto siano parenti. Oltre a questo, sempre dalle visure camerali si evincerebbe che i lavori per la realizzazione dell'impianto di smantellamento siano stati interrotti senza un motivo apparente.
A complicare la situazione ci sono le indagini: secondo chi indaga, il consorzio sarebbe stato solo uno strumento inquinato dall'infiltrazione mafiosa. Il Prefetto di Roma è arrivato a queste conclusioni dopo aver visto le aziende che hanno voce in capitolo nel consorzio: una di queste, visionando le visure camerali, apparterrebbe a una persona incensurata in realtà molto vicina al clan dei Casalesi.
La scelta del prefetto di Roma è stata poi annullata dal Tar, ma restano dubbi anche sulla seconda società che ha importanza all'interno del consorzio: nello stesso paesino dove la società ha una succursale, ci sarebbe stato una persona poi giustiziata dai Casalesi.
Di fronte alle indagini, c'è da chiedersi quanto alcuni nomi nelle visure camerali abbiano poi influito sulla scelta del Ministero, sia in gara di appalto, sia all'arrivo del commissario straordinario. In ogni caso, le visure camerali non sempre riescono a dare una spiegazione, soprattutto quando si tratta di stoccaggio di rifiuti altamente pericolosi.
C'è da chiedersi quando ripartiranno i lavori, ora che le ditte in subappalto si sono inspiegabilmente fermate e il consorzio ha dovuto vedersela con il Tar per uscire dall'accusa di infiltrazione mafiosa. Il tema è molto sentito, soprattutto perché si tratta di rifiuti nucleari, difficilissimi da smaltire.